I casi di hikikomori sono in costante aumento. A cosa può essere dovuta la diffusione di tale fenomeno?
La vita è fatta di interiazioni sociali che risultano essere di fondamentale importanza. Nessun uomo è un’isola, ed è bene fin dai primi anni di vita iniziare a costruire rapporti interpersonali. La scuola dell’infanzia, infatti, ha lo scopo di inserire il bambino in un ambiente in cui può rapportarsi con i coetanei ed essere seguito in un percorso di formazione dalle maestre. Tuttavia nonostante gli ambienti stimolanti, non tutti sono predisposti alla socialità.
Le istituzioni scolastiche hanno l’onere di formare la classe dirigente del futuro. Un compito arduo che prevede, non solo l’insegnamento di determinate discipline, ma il trasmettere valori importanti. Tuttavia non sempre gli insegnanti riescono ad intervenire per evitare o arginare gravi problemi sociali o psicologici. Del resto il corpo docente, nonostante sia altamente qualificato, non sempre ha gli strumenti adeguati per prevenire determinate situazione.
Le nuove generazioni vivono un’adolescenza ben diversa da quella di coloro che li hanno preceduti. L’avvento di internet e degli smartphone sembra aver cambaito il modo di vedere le cose, ed anche la socialità ne ha risentito. I ragazzi poco socievoli e tendenti ad isolarsi sono sempre esistiti. Tuttavia nel corso degli ultimi anni sembra si stia diffondendo la sindrome di hikikomori, ovvero la tendenza a stare in disparte, ad isolarsi dal mondo. Le cause che danno vita a tale fenomeno possono essere molteplici, così come le conseguenze.
Hikikomori, quando l’isolamento diventa quotidianità
Non tutti nasciamo con lo stesso carattere, e non tutti hanno desiderio di interagire con gli altri. Ci sono persone più silenziose o che non amano trascorrere molto tempo in compagnia degli altri. Tuttavia c’è una linea di confine fra il normale ed il patologico, talvolta molto sottile. Se essere persone schive e poco socievoli può rientrare nella sfera fisiologca, isolarsi completamente dal mondo esterno risulta essere patologico.
Nel corso dell’ultimo decennio si parla molto di hikikomori, ovvero di persone che scelgono volontariamente di stare isolati. Ad esserne affetti sono prevalentemente gli adolescenti, ma ma non mancano casi in cui possa colpire persone anche di un’altra fascia d’età. La casa, anzi la propria camera, diventa un rifugio dal quale non si vuole in nessun modo uscire. Non si tratta di un qualcosa che dura solo qualche giorno, ma di una situazione che può andare avanti anche per mesi e mesi.
Il termine hikikomori deriva dal giapponese e sta ad indicare un desiderio di reclusione sociale, visto dagli adolescenti giapponesi come una forma di ribellione alla cultura tradionale o all’apparato sociale. Le cause che portano all’isolamento possono essere molteplici, fra cui i disagi familiari o altri problemi psicologici. Di recente è emerso che i casi di hikikomori sono in costante aumento. Da un’analisi è emerso che in Italia sono ben 100mila i giovani e giovanissimi che decidono di isolarsi dal mondo.
A lanciare l’allarme l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte che, tramite un sondaggio, ha appreso che sono stati segnalati ben 149 casi di ritiro sociale. Dunque tanti adolescenti hanno scelto di lasciare la scuola per rifugiarsi in un mondo tutto loro e non uscire più di casa. In tanti non torneranno fra i banchi di scuola ed aiutarli sarà difficile. Tuttavia nonostante le criticità, uscirà dal proprio rifugio è possibile. Le famiglie, in collaborazione con un equipè psicopedagogica, possono essere un grande supporto per i giovani affetti da sindrome di hikikimoki.