Addio pensioni anticipate: ecco perchè dal prossimo anno forse non si potrà più andare in pensione prima della vecchiaia.
Le pensioni anticipate sono misure che permettono di smettere di lavorare prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, destinate a determinate categorie di lavoratori. Dal 2025 però potrebbero scomparire, ecco il perchè e cosa si prevede per il prossimo anno.
Le pensioni in Italia
In Italia la questione delle pensioni è sempre molto accesa e dibattuta, da un lato per la mancanza di fondi, dall’altro perchè l’allungamento della vita lavorativa di chi è prossimo alla pensione comporta inevitabilmente una ripercussione negativa sui giovani, che invece al mondo del lavoro devono approcciarsi per la prima volta. Stando alle stime, per il 2024 la spesa prevista per le pensioni è di 337,4 miliardi di euro, mentre salirà a 345 miliardi nel 2025, a 356 miliardi nel 2026 e a 368 miliardi nel 2027.
Sono proprio questi calcoli a far sfumare sempre di più la persistenza, nei prossimi anni, delle misure di pensionamento anticipato che permettono a chi ha raggiunto determinati requisiti, di smettere di lavorare qualche anno prima della pensione di vecchiaia. Nello specifico, si vocifera che finirà l’era delle pensioni anticipate dedicate a chi ha raggiunto 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Il motivo di questa decisione sta nelle casse pubbliche, drammaticamente scarne, ma quello alla pensione anticipata non è l’unico taglio previsto dal Governo.
Addio pensioni anticipate
Dopo il Covid-19 sono state eliminate le rivalutazioni degli assegni pensionistici superiori a quattro volte il minimo, e nel prossimo futuro il Governo interverrà ancora sulla questione. Il Governo Meloni ha infatti reintrodotto, per il prossimo anno, l’adeguamento automatico dell’età di pensionamento alla speranza di vita, e ha tagliato le rivalutazioni per le pensioni più alte, ma la stretta sulle pensioni non sembra terminare qui, anche se ad oggi è ancora incerto quali saranno gli aspetti su cui il Governo deciderà di intervenire.
La scelta di modificare le pensioni deriva dal fatto che, per valutare i conti pubblici, la Commissione europea prende in considerazione l’andamento della spesa primaria netta, e in base ad esso decide se aprire o meno una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. In Italia, la voce di spesa più alta è quella delle prestazioni sociali, di cui le pensioni sono proprio la fetta maggioritaria. Il futuro non si prospetta certo roseo per chi si trova alla soglia della pensione, perchè potrebbe vederla allontanarsi sempre di più proprio ad un passo dal suo raggiungimento.
Per saperne di più, possiamo solo aspettare i prossimi aggiornamenti in merito.