Test d’ingresso a Medicina, alla Sapienza espulsi studenti con il cellulare

Test d’ingresso a Medicina, alla Sapienza espulsi studenti con il cellulare

by / Commenti disabilitati su Test d’ingresso a Medicina, alla Sapienza espulsi studenti con il cellulare / 2780 View / 6 Settembre 2011

ROMA – «Ci sono state delle irregolarità durante lo svolgimento dei test d’ingresso. Un paio di ragazzi sono stati sorpresi con il cellulare in mano e sono stati allontanati». Lo ha riferito Eugenio Gaudio, preside della facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma dove si sono svolte questa mattina le prove d’ammissione a Medicina-Chirurgia e Odontoiatria. «A presentare domanda sono stati in circa 7.600 – ha aggiunto – Nelle aule oggi c’è stato un assenteismo dell’8%, che definirei fisiologico. Quindi, secondo una prima stima, dovrebbero aver fatto il test in 7mila».

Gli studenti, smistati in 82 aule della Sapienza per svolgere i test, avevano due ore a disposizione per cercare di conquistare i 908 posti disponibili a Medicina e Chirurgia e i 63 di Odontoiatria. È stato stimato che il rapporto è di circa un posto per ogni 8 candidati iscritti.

Un lungo striscione calato dal colonnato d’ingresso della Sapienza per protestare contro il numero chiuso e i test d’ingresso alle facoltà. È la protesta inscenata da una decina di ragazzi appartenenti al alla sigla Link-coordinamento universitario, che coperti da lenzuola bianche hanno realizzato una breve manifestazione lungo i viali dell’ateneo distribuendo volantini con il famoso logo del film Ghostbuster. «Decine di migliaia di studenti rischiano di essere fantasmi – si legge nel manifesto – rifiutati dal numero chiuso e da un sistema che pretende di selezionare il merito con poche domande a crocetta».

«Il numero chiuso è lo strumento migliore. Se da noi entrassero 7mila matricole non saprei dove metterle. Mi servirebbe il foro Boario», ha detto il rettore dell’università La Sapienza di Roma ai cronisti che gli chiedevano se il numero chiuso fosse la giusta soluzione per l’accesso alle università. «L’unico paese senza numero chiuso al primo anno è la Francia con costi sociali infiniti tant’è che vogliono tornare indietro – ha aggiunto -. C’è da dire che molti studenti che partecipano ai test ci provano. Non è che sono motivati più di tanto. Uno studente bravo e motivato in genere non un anno ma l’anno dopo riesce ad entrare. Altre università private adottano il
sistema del colloquio. L’accusa che poi verrebbe fatta: fate entrare chi vi pare».

A Bari, dopo lo scandalo di tre anni fa dei test truccati a Medicina, oggi si è iniziato proprio con le facoltà di Medicina e Odontoiatria. Prove per l’ingresso blindate con aule nel Campus schermate e controlli da parte di poliziotti, carabinieri, militari della guardia di finanza e di 200 dipendenti dell’Ateneo. Sono 3.617 i candidati che sono entrati nelle aule passando al controllo del metal detector, lasciando gli oggetti personali (come i cellulari) in buste di plastica. In tutte le aule sono stati installati disturbatori di frequenza per impedire qualsiasi collegamento con
l’esterno. Banchetti sono stati allestiti dal sindacato studentesco universitario Link: «informiamo gli studenti – racconta il coordinatore cittadino di Link, Fabrizio Panzarini – sui propri diritti in sede di test, e specialmente sulla nostra ferma contrarietà a questo metodo di selezione iniquo e illusorio perché riteniamo che uno sbarramento all’ingresso sia il metodo meno meritocratico per stabilire se uno studente sia più o meno adatto ad una facoltà». «Inoltre – aggiunge – invitiamo gli studenti e le studentesse a denunciare qualsiasi episodio “sospetto” avvenga all’interno delle aule».

Si proseguirà domani e mercoledì con le prove del Politecnico, con il primo anno del numero chiuso ad Ingegneria. Sarà poi la volta delle professioni sanitarie (oltre 6.000 i candidati) per concludere con Chimica, Medicina Veterinaria e Scienze della Formazione. Per un totale, tra Ateneo di Bari e Politecnico, di 22mila candidati, circa 1.000 in più rispetto allo scorso anno.

05 settembre 2011 – Il Messagero