[L’Aquila] Tasse: l’incognita rimborsi

by / Commenti disabilitati su [L’Aquila] Tasse: l’incognita rimborsi / 812 View / 22 Dicembre 2015

Già lo scorso Anno Accademico (2014/15) l’Univaq aveva reintrodotto la tassazione per la seconda rata, non senza difficoltà, anche a causa delle nuove leggi riguardanti l’Isee Università.
Quest’anno le tasse sono state reintrodotte in maniera complessiva e ci si aspettava che la vicenda venisse trattata con un pizzico di consapevolezza in più.
Numerosi sono stati gli studenti che hanno avuto difficoltà immani, a partire dal dovuto pagamento, sino ai rimborsi. Il problema maggiore è sorto con i borsisti (e tutti coloro che hanno partecipato al bando della borsa di studio erogata dall’Adsu) ai quali da agosto ad ottobre è stato detto di pagare la rata di, ricordiamolo, 456 euro comprensivi di tassa regionale, i quali sarebbero poi stati restituiti solo ai beneficiari, mentre, a metà ottobre, a poco più di 15 giorni dalla scadenza del pagamento, un avviso ha annunciato che tutti coloro che avrebbero presentato domanda di borsa di studio avrebbero dovuto pagare solo la tassa regionale (156 euro). Coloro i quali avevano sì pagato la tassa, ma sarebbero risultati idonei nelle graduatorie PROVVISORIE avrebbero ricevuto un rimborso. [L’avviso firmato “il responsabile” (non compare un vero e proprio nome) recita “verrà rimborsato quanto già versato (…) solo se inseriti nella graduatoria provvisoria, appena questa verrà resa nota”.]
Le prime graduatorie provvisorie sono state pubblicate il 30/10/2015, al 19/12 dei rimborsi non c’è alcuna traccia.
Gli avvisi pubblicati nella sezione tasse dell’Univaq nonché la “Guida tasse”, sono stati più volte cambiati, creando caos tra gli studenti, borsisti e non. La poca chiarezza è in prima linea: come erogare i rimborsi se le graduatorie sono provvisorie e ad oggi l’Adsu le ha rettificate già due volte?
Quegli studenti BORSISTI che si sono chiesti che fine avessero fatto i loro soldi versati ERRONEAMENTE sono stati sballottati da un ufficio all’altro, dall’ADSU all’Univaq in un gioco di rimandi di responsabilità e di cavilli burocratici che poco fanno capire allo studente, se non il fatto che bisogna aspettare. Ma cosa?
Non li avevamo rassicurati dicendo loro che avrebbero riavuto i 300 euro nel giro di un mese?
Non è questo che dovrebbe stare a significare quel “non appena usciranno le graduatorie provvisorie”?
Ricordiamo ancora che stiamo parlando di studenti con i requisiti per accedere ad una borsa di studio, studenti che il più delle volte quei trecento euro non possono permetterseli e a cui riaverli farebbe comodo.
È stato detto loro che l’ADSU non c’entra, in quanto sono soldi dati all’università e che quindi toccherebbe ad essa far procedere o accelerare le pratiche.
L’Univaq ci dice che devono aspettare la graduatoria DEFINITIVA, con le relative modifiche e controlli, inviata dall’ADSU. In più, ci dicono dagli uffici che si occupano di tasse (settore cittadinanza studentesca, orientamento e placement) che hanno messo a disposizione dell’ente regionale (Adsu) l’accesso al sistema ESSE3 così da dar loro un accesso rapido e diretto alle informazioni sullo studente.
Siamo, evidentemente e senza dubbio alcuno, a delle controversie e difficoltà burocratiche che l’intero sistema universitario si trova ad affrontare, non senza difficoltà.
Non vogliamo sicuramente sminuire il lavoro che, diligentemente, svolgono gli uffici e gli enti regionali, per quanto pecchino di comunicazione e informazione.
Tuttavia il fatto sussiste: i rimborsi non arrivano e non si sa quando arriveranno. Sappiamo solo che arriveranno.
Come associazione tutta vogliamo esprimere la nostra preoccupazione a riguardo ed essere il megafono di quegli studenti che si trovano in condizioni economiche difficili, ben documentate nei sistemi universitari e regionali in quanto beneficiari, riconosciuti dalla regione e dall’università come tali e che hanno dovuto pagare parte della prima rata. Sappiamo infatti che, se non si è in regola col pagamento delle tasse, il sistema ESSE3 non lascia accedere lo studente alla prenotazione degli esami previsti durante le sessioni dell’anno accademico. Questo, inoltre, non permette agli studenti di alcuni corsi di laurea di iniziare attività di tirocinio previste nel loro piano di studi solamente dopo determinati anni accademici dalla prima iscrizione (es. terzo anno triennale o secondo magistrale). Uno studente diligente, preoccupato per la sua carriera, paga la retta; con la speranza che il welfare funzioni.
Ma lo studente continua a rimanere confuso, non chiarito e depauperato, uno studente che, con fatica e rispettando le tempistiche amministrative, si vede privato di una somma di denaro non indifferente che i suoi genitori o lui stesso ha dovuto versare e che non gli competeva. Dagli uffici ci dicono che “tutta questa confusione” è dovuta al fatto che si è voluto aiutare lo studente.
Lo studente si aiuta con informazioni chiare, non con confusione e scaricabarili burocratici. Numerose sono le componenti in atto: dalle difficoltà meramente economiche del “fine mese” all’impossibilità di acquistare libri, fino a qualsiasi tipo di “libero accesso” che lo stesso studente può avere, in termini di spazi culturali, svaghi sociali e non, di cui è stato privato.
Non solo vive la sua difficoltà economica con dignità, ma deve anche resistere all’interminabile processo burocratico in cui siamo inseriti.
La domanda che ci viene in mente è: “Non era forse prevedibile?” Era così difficile prevedere già quando hanno reinserito la prima rata che dovevano essere fatte delle eccezioni per chi è in difficoltà economiche come chi ha i requisiti per la borsa di studio?
Era così difficile prevedere inoltre che le tempistiche sarebbero andate al di là delle graduatorie provvisorie? Ricordiamo che la parola “Provvisorio” significa “non stabile, temporaneo”, non era forse prevedibile che per ovviare a confusioni e rettifiche, trattandosi di denaro, ci si doveva attenere a qualcosa di “definitivo”?
CHIEDIAMO AGLI ORGANI DI COMPETENZA:
maggiore comunicazione tra di loro.
– maggiore preparati di fronte a situazioni, sicuramente di non facile gestione, che in
ogni modo si presentano ogni anno
maggiore diligenza per delle situazioni economicamente particolari
maggiore attenzione per il Diritto allo Studio
di mettersi nei panni di studenti che ogni giorno affrontano con serietà e dedizione l’università e la loro carriera.
maggiore chiarezza e punti di riferimento!
Siamo studenti che hanno scelto questa università e questa città, che credono in quello che studiano e credono in un’istituzione pubblica che garantisca loro ciò che gli spetta.
Non vogliamo essere sballottati da un ufficio all’altro!
Basta confusione!