FFO 2018. NONOSTANTE PICCOLI CAMBIAMENTI, E’ NECESSARIO UN TOTALE RIPENSAMENTO E RIFINANZIAMENTO DELL’FFO

by / Commenti disabilitati su FFO 2018. NONOSTANTE PICCOLI CAMBIAMENTI, E’ NECESSARIO UN TOTALE RIPENSAMENTO E RIFINANZIAMENTO DELL’FFO / 157 View / 21 Settembre 2018

Oggi è stato pubblicato il decreto di riparto del fondo di finanziamento ordinario per l’anno 2018, la maggiore fonte di finanziamento per gli atenei italiani, che registra un aumento di soli 300 milioni di euro. Novità del decreto sono l’introduzione del nuovo costo standard, rivisto per limitare le sperequazioni fra atenei dovute al differente contesto sociale e l’aumento del peso della quota premiale di ben due punti percentuali.

Con il nuovo costo standard, si è provato ad invertire la tendenza degli ultimi anni che ha fortemente svantaggiato gli Atenei meridionali e gli Atenei più piccoli, inserendo al suo interno sia l’elemento contributivo con un maggior finanziamento lì dove i contesti socio-economici sono più poveri e dove il collegamento e la mobilità tra i territori con gli stessi Atenei sono più problematici. Tuttavia, nonostante questo possa rappresentare un avanzamento nelle logiche che determinano la distribuzione dei finanziamenti tra i diversi Atenei italiani, vi sono alcune elementi strutturali da porre a critica, senza considerare i quali qualsiasi cambiamento di parametro è nullo.

Uno dei nodi da analizzare è quello dei finanziamenti: senza un aumento massiccio e strutturale dei fondi agli Atenei in base alle loro esigenze, non si potrà mai avere un cambio di rotta reale nelle politiche portate avanti. Infatti, da questo punto di vista, è necessario rifinanziare in maniera massiva il FFO di modo da avviare una un politica di reclutamento che provi a superare la precarietà della ricerca, la costruzione di spazi e laboratori in cui fare didattica in maniera dignitosa per gli studenti e le studentesse, superare progressivamente il numero chiuso, innalzare la no tax area fino ad una graduale gratuità dell’istruzione. E’ paradossale come l’Italia investa nell’università solo 7 miliardi di euro, a fronte dei 28,7 miliardi della Germania e dei 23,7 della Francia. Anche nazioni con una popolazione inferiore fanno meglio di noi, come Spagna 7,5 miliardi (con una popolazione pari ad un terzo di quella italiana) e Svezia 6 miliardi (con una popolazione pari ad un sesto di quella italiana). Senza agire in questa direzione, guardando anche alla distribuzione dei fondi tra i diversi Atenei, si rischia di entrare all’interno di un circolo vizioso, vedi ad esempio l’Università della Basilicata che perde ancora lo 0,3%: gli studenti e le studentesse saranno costretti ad emigrare lì dove ci saranno i corsi che desiderano studiare e lì dove, tra le altre cose, i sistemi di diritto allo studio sono maggiormente finanziati. Un gatto che si morde la coda, dal momento che il numero di studenti diminuisce e i finanziamenti diminuiscono allo stesso modo.

Oltre a questo, vi sono altri due nodi da considerare. Il primo è che la quota premiale continua a crescere e ad avere un ruolo troppo centrale- con questo Milano aumenta ancora di 0,19% e Torino di 0,30%- e questo in parte vanifica quello che dovrebbe essere il risultato della politica che si cerca di mettere in campo con il costo standard, del cosiddetto cambio di rotta in questo senso.”- incalza il coordinatore di Link. ”Inoltre, l’aumento dell’FFO, come già analizzato nelle settimane precedenti- https://www.corriere.it/scuola/universita/18_agosto_21/368-milioni-piu-casse-universita-ma-un-illusione-ottica-ebe7cd02-a531-11e8-8d66-22179c67a670.shtml-  contiene al suo interno alcuni fondi vincolati, ad esempio per i dipartimenti di eccellenza che impediscono agli Atenei di poterli utilizzare in maniera autonoma e per le politiche di reclutamento, servizi agli studenti e aumento della no tax area e che si pongono in netta antitesi al superamento delle disuguaglianze esistenti tra Atenei.

Continueremo a mobilitarci insieme alle altre componenti dell’accademia per un’Università che sia realmente finanziata e accessibile a tutte e tutti per non doverci accontentare delle briciole.