I borsisti scendono in piazza per l’appuntamento decisivo dell’Edisu, l’Ente per il diritto allo studio universitario del Piemonte, che è ormai a rischio commissariamento dopo che la Regione, quest’anno, ha tagliato il 60 per cento dei fondi e dopo che, per la prima volta, non sono state erogate borse di studio che per il 30 per cento degli aventi diritto.
Questa mattina i ragazzi si troveranno davanti alla sede del consiglio regionale e attenderanno notizie dalla giunta che dovrà decidere sui finanziamenti del prossimo anno, decretando la sopravvivenza o la morte di una delle istituzioni che per anni ha contribuito maggiormente all’aumento di studenti negli atenei torinesi, e che ha dato ossigeno all’internazionalizzazione con le borse di studio a moltissimi ragazzi stranieri.
Si tratterebbe di una decisione estrema che metterebbe a rischio anche il pagamento degli stipendi dei dipendenti dell’Edisu, una scelta alla quale nessuno seriamente vuole arrivare perché la speranza è che la pesante battuta d’arresto del 2011 non si ripeta anche nell’anno successivo: che la Regione riconosca l’importanza delle politiche per il diritto allo studio e per il sostegno all’internazionalizzazione tornando a finanziare l’Edisu come in passato.
(10 gennaio 2012) Ottavia Giustetti – La Repubblica di Torino