DAL VENTO DEL SALENTO PARTE IL CAMBIAMENTO DELL’UNIVERSITA

by / Commenti disabilitati su DAL VENTO DEL SALENTO PARTE IL CAMBIAMENTO DELL’UNIVERSITA / 152 View / 8 Luglio 2015

A fine luglio il sole ci riscalda e la voglia di chiudere i libri si fa sentire più che mai. La spiaggia salentina è una meta allettante per immaginare una fuga dalla routine di ogni giorno. Ma siamo sicuri che questa vacanza sia solo un mezzo per riprendere fiato dopo tanta stanchezza accumulata? Non ci sarà di mezzo, per caso, anche un po’ di frustrazione?

Che domande: viviamo un’università frustrante che ci ossessiona con il mantra della produttività. Sentiamo sulla nostra pelle la competizione con gli altri studenti, la stessa che impregna il mercato del lavoro e che colora di nero la possibilità di costruirci un futuro dignitoso e adatto alle nostre ambizioni ed aspettative con cui affrontiamo ogni esame, ogni step della nostra formazione. Viviamo l’università con la speranza di trovare un’occupazione, tanto meglio se riusciremo a realizzare il nostro sogno, altrimenti accetteremo qualsiasi impiego, tanto si sa che la disoccupazione giovanile è al 43% e non possiamo lamentarci se troviamo un lavoretto che “fa sempre curriculum”.

L’importante è sempre essere meritevoli, questo lo dicono in tanti, ma intimamente ci fa ribrezzo questo concetto di  “merito” e non legittimiamo i criteri che dovrebbero indicare se siamo meritevoli o meno. Ma questa storia della valutazione non riguarda solo noi studenti: con le nostre famiglie decidiamo di studiare in un ateneo “virtuoso”, perchè sappiamo che quando non è “virtuoso” i suoi finanziamenti vengono tagliati e stenterà a sopravvivere nel futuro.

Se veniamo da una famiglia poco abbiente, poi, viviamo ancor più sotto ricatto: le nostre tasse sono le più alte d’Europa, con un importo medio di circa mille euro, e questa è solo una delle spese che rendono i costi dell’università realmente insostenibili. Proprio per rispondere a questa esigenza esistono le borse di studio, no? Peccato che il loro importo sia spesso insufficiente anche per coprire le spese fisse, peccato che il nuovo calcolo dell’ISEE ci faccia risultare più ricchi di quello che siamo, peccato che possiamo presentare domanda per qualsiasi beneficio solo se rispondiamo a questi maledetti requisiti di merito, e se lavoriamo o viviamo in un’altra qualsiasi condizione che rallenti i ritmi con cui diamo gli esami? Allora no, non meritiamo di continuare il nostro percorso formativo, ne veniamo tagliati fuori. E anche quando siamo idonei, il dramma continua: oltre il 40% di chi ne ha diritto non riceve materialmente la sua borsa di studio.

Questa università non va bene, è il Governo annuncia la sua “riforma”. Annuncia la Buona Università: ma la direzione percorsa insegue esattamente il modello che ad oggi si è rivelato incredibilmente fallimentare. La prospettiva dell’ applicazione del Jobs Act  e dell’uscita dal diritto amministrativo delle università, quella della valorizzazione del merito e dell’incremento di competitività tra gli atenei parlano chiaro circa le intenzioni del Governo, che appaiono come la ciliegina sulla torta di un sistema già delineatosi nel corso degli anni e divenuto ormai insostenibile ed inadeguato. Inadeguato tanto alla crescita della nostra generazione quanto alle esigenze del Paese intero: dal rapporto dei poli d’alta formazione con il tessuto produttivo territoriale e più in generale col mercato del lavoro, passando per un diritto allo studio che è parte integrante del’inadeguato e debolissimo impianto welfaristico italiano, fino ad arrivare alla valutazione degli atenei a fine punitivo e di rafforzamento delle disuguaglianze quale espressione di autoritarismo e di crisi democratica, si delinea il quadro complessivo di un problema generazionale che va ben oltre la questione generazionale e che sarà determinante per il futuro del nostro Paese.

Non possiamo fuggire ora: è necessaria una presa di parola forte, decisiva e non più rimandabile. La spiaggia salentina, allora, non sarà quest’anno un’oasi di tranquillità ma dovrà essere l’incubatrice delle nostre proposte. E’ per questo che abbiamo organizzato proprio a Riot Village momenti di discussione e confronto, incontri e dibattiti con molti ospiti:

 

  • il 28 luglio alle 16 discutiamo di reclutamento, lotta al precariato nell’università con Antonio Bonatesta (ADI), Pasquale Cuomo (FLC CGIL), Francesco Fidolini* (Coord. Ricercatori Non Strutturati), Orazio Giancola* (curatore dell’indagine Ricercarsi)
  • il 29 luglio alle 18 incontriamo Francesco Sinopoli (FLC CGIL) e Gianfranco Viesti (docente di economia all’università di Bari) per il dibattito “Università, a cosa servi? Lavoro, innovazione, territorio.”
  • il 1 agosto alle 21 incontriamo con le parlamentari Annalisa Pannarale (SEL), Silvia Chimienti (M5S), Francesca Puglisi* (PD) nel dibattito “dalla scuola all’università, confronto con la politica”
  • il 4 agosto alle ore 16 presentiamo il libro Roars “Università 3.0” – Valutazione, merito, eccellenza, con Marco Viola, ROARS – curatore del libro, a seguire affronteremo il dibattito “La valutazione del sistema universitario” con Massimiliano Gira* (studente valutatore), Pietro Lucisano*, Valeria Pinto*, Marco Viola (Roars)

 

Queste sono solo alcune delle tante occasioni attraverso cui vogliamo delineare fino in fondo il modello di università che oggi è necessario per dare risposte alle esigenze materiali che viviamo, durante il percorso formativo ed oltre. Dobbiamo costruire un’università differente perchè vogliamo un Paese differente, e Riot Village sarà una tappa fondamentale di questo percorso.

Ecco, noi costruiamo il cambiamento, non lo chiediamo. Il Governo Renzi si è fatto baluardo di cambiamento, ma non è questo che vogliamo: non serve un’accelerazione autoritaria sulle riforme, non serve un governo che va come un treno portando avanti le stesse identiche politiche di quelli precedenti, sotto dettato dei vincoli economici che vengono dalle politiche europee. Servono dei cambiamenti che perettano migliorare e trasformare, rivoluzionandolo, il modello di società ed Università che viviamo, dando ossigeno e speranza alle nuove generazioni. Dando la possibilità di costruirsi un futuro migliore. Ed il cambiamento che vogliamo è espressione diretta delle esperienze, delle competenze, delle idee, della rabbia e della propositività degli studenti e delle studentesse che hanno scelto di lasciarsi scaldare dal sole salentino anticipando già le sfide che l’autunno ci riserva.

 

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