Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Scuola firmato da Fioramonti, verranno banditi, entro il 2019, due concorsi per l’insegnamento, quello ordinario previsto dal d.lgs n.59/2017, e un concorso straordinario con a disposizione 24.000 posti, pensato per l’immissione in ruolo del precariato storico e all’abilitazione all’insegnamento.
Un’iniziativa sicuramente molto importante, ma pur sempre una goccia nell’oceano se pensiamo che solo nelle graduatorie d’istituto vi sono ancora centinaia di migliaia di precari e precarie che da anni aspettano un processo di stabilizzazione.
Ma vediamo nel dettaglio i requisiti, le modalità, gli obiettivi e le prove di accesso di entrambi i concorsi.
Il concorso straordinario è bandito a livello nazionale e organizzato su base regionale, finalizzato alla definizione di una graduatoria di vincitori distinta per regione in cui si vuole partecipare e classe di concorso in cui si prova il concorso (ossia l’insegnamento che si vuole esercitare, es. “storia e filosofia”), nonché per l’insegnamento di sostegno. Si può concorrere per il sostegno o, in alternativa, per una sola classe di concorso, e comunque solo in un regione.
Il concorso è riservato a chi soddisfa congiuntamente questi requisiti:
1) aver svolto tre annualità di servizio tra l’anno scolastico 2011/2012 e l’anno scolastico 2018/2019, su posto comune o di sostegno, anche non consecutive, nelle scuole secondarie statali
2) aver svolto almeno un anno di servizio nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto per la quale si concorre
3) essere in possesso del titolo di studio previsto per l’accesso all’insegnamento richiesto (per gli Insegnanti Tecnico Pratici – ITP è sufficiente il possesso del diploma di scuola secondaria di II grado)
4) aver conseguito il titolo di specializzazione per quanto riguarda i posti di sostegno
Lo svolgimento del concorso avverrà con la valutazione di una prova scritta al computer che verterà sul programma di esame previsto per il concorso 2018, prova che si considererà superata con il punteggio minimo di 7/10. La formazione della graduatoria dei vincitori verrà calcolata sulla base della valutazione di questa prova scritta e dei titoli del/della candidato/a.
I vincitori vengono ammessi a un anno di formazione iniziale e prova, conseguiranno i 24 CFU e al termine del percorso, dovrà essere confermato: l’ultima prova richiesta sarà la simulazione di una lezione valutata da un comitato della scuola più una figura esterna.
Chi non risulterà vincitore ma conseguirà ugualmente il punteggio di 7/10 risultando “idoneo” potrà conseguire, in ogni caso, l’abilitazione all’insegnamento purché sia in servizio con contratto a tempo determinato almeno fino al termine delle attività didattiche, consegua i 24 CFU se non li possiede già e infine supera la prova orale di abilitazione di fronte alla commissione.
Il concorso ordinario, anch’esso da bandirsi entro il 2019, è aperto anche a chi non possiede l’abilitazione all’insegnamento, ed in particolare ai/alle candidati/e che soddisfano i seguenti requisiti:
1) Titolo di studio e relativi crediti per la classe di concorso per la quale si vuole provare il concorso
2) Aver conseguito i 24 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche
3) Aver conseguito il titolo di specializzazione per quanto riguarda i posti di sostegno
4) Per i posti di ITP basta il diploma che costituisce titolo di accesso sulla base della normativa vigente fino al 2024/2025, senza la necessità di aver conseguito i 24 CFU
Anche per il concorso ordinario il/la candidato/a potrà concorrere in una sola regione e per una sola classe di concorso per la secondaria di primo grado (scuola media) e per una sola per la secondaria di secondo grado (licei, tecnici-professionali), oltre che per il sostegno se si possiede il titolo.
Sono previste tre prove per i posti comuni: una prova scritta nazionale relativa alla propria classe di concorso, una prova relativa ai 24 CFU e un prova orale. Per i posti di sostegno le prove saranno solo due, quella scritta a carattere nazionale e quella orale. Anche qui, risultano abilitati all’insegnamento coloro che conseguono una valutazione pari ad almeno 7/10 in ogni prova.
I vincitori cominceranno l’anno di formazione e prova, alla fine del quale, dopo la valutazione, verranno immessi in ruolo. Gli idonei, invece, oltre ad acquisire l’abilitazione all’insegnamento, entreranno nelle graduatorie di istituto di II fascia.
Hanno cambiato modello di abilitazione e accesso all’insegnamento almeno tre volte negli ultimi dieci anni e questo è sintomo di una classe politica che per troppo tempo ha giocato sulla pelle del precariato docente delle scuole, senza comprenderne bisogni e necessità. Dopo anni di battaglie tra studenti, docenti precari e aspiranti insegnanti si stanno muovendo delle piccole cose, ma ancora troppo poco rispetto alla vastità di risorse che servirebbe alla scuola, agli e alle aspiranti insegnanti, al futuro del paese tutto.
Il Decreto Legge Scuola, e con lui i concorsi, sono pubblici in Gazzetta Ufficiale, ma il Parlamento ha ancora 60 giorni per modificare o integrare la norma. Che non diventi di nuovo la quarta volta..