ASSEMBLEA NAZIONALE STUDENTESCA: per un nuovo anno di lotte

ASSEMBLEA NAZIONALE STUDENTESCA: per un nuovo anno di lotte

by / Commenti disabilitati su ASSEMBLEA NAZIONALE STUDENTESCA: per un nuovo anno di lotte / 30 View / 14 Luglio 2010

La lunga fase di transizione che ha caratterizzato l’Italia negli ultimi due decenni sembra avvicinarsi al compimento, anche in campo universitario.
I diversi progetti di riforma avanzati dai governi di centrodestra e di centrosinistra dal ’90 a oggi, seppur confusi e contraddittori nel contenuto culturale e scientifico, esposti come sono stati all’interazione tra i mille grandi e piccoli poteri che animano il mondo accademico, hanno condiviso un’ispirazione di fondo: uniformare i luoghi e i processi della formazione e della ricerca alla logica del mercato e agli obiettivi del profitto.
La frammentazione dei percorsi formativi tesa a fare del laureato un lavoratore usa e getta, la dequalificazione dei contenuti didattici, la mortificazione dei progetti di ricerca, così come i continui tagli al sistema della formazione e in particolare al diritto allo studio, sostituito da prestiti d’onore e ridicoli fondi meritocratici, trovano nel ddl Gelmini attualmente in discussione in parlamento il compimento definitivo. La lobby baronale e quella aziendale, che da anni si contendono il potere nel mondo accademico italiano, hanno finalmente siglato un’alleanza: alla prima il potere assoluto sull’università, alla seconda i profitti. Come recita uno striscione appeso fuori dalla Facoltà di Lettere occupata di Siena, con il ddl Gelmini«i conti non tornano, i baroni restano».

 

Le mobilitazioni e le occupazioni che stanno animando in queste settimane molti atenei italiani, da Torino a Bari, da Siena a Catania, da Padova a Palermo, nascono dall’incontro tra l’opposizione al ddl Gelmini da parte di studenti, dottorandi e ricercatori e le diverse battaglie studentesche locali, gran parte delle quali legata alle tasse universitarie. L’iter di approvazione del ddl, infatti, coincide con la fase in cui i bilanci degli atenei stanno iniziando a fare i conti con i pesanti tagli della 133. Come avevamo ampiamente previsto e denunciato nelle mobilitazioni dell’Onda, quei tagli stanno dando il colpo decisivo alla già precaria situazione finanziaria di molti atenei, e per i rettori la soluzione più semplice è scaricarli sugli studenti.

 

Nel prossimo autunno la crisi dell’università pubblica italiana provocata dal governo arriverà a un punto critico: l’attuazione degli aumenti generalizzati delle tasse studentesche annunciati in queste settimane corrisponderà con l’approvazione del ddl Gelmini e con il blocco dell’attività didattica di molte facoltà determinato dalla protesta dei ricercatori. I risultati di 20 anni di riforme ci saranno scaricati addosso con tutto il loro peso, tra settembre e ottobre.
Da questo punto critico si potrà uscire solo in due modi: con la chiusura di alcune facoltà, la privatizzazione di altre e lo smantellamento definitivo dell’università pubblica italiana, o con una generale ribellione all’interno degli stessi atenei, che sappia segnare la sconfitta del disegno privatizzatore del governo.
Lanciamo un appello a tutti gli studenti universitari italiani, ai dottorandi, ai ricercatori precari, alle realtà organizzate, ai coordinamenti di movimento, alle assemblee di ateneo e di facoltà, a tutti coloro che hanno a cuore il ruolo dell’università pubblica e della ricerca libera per lo sviluppo sociale, economico, culturale e civile della nostra società.
Incontriamoci, iniziamo a mettere in comune idee ed esperienze e costruiamo insieme le mobilitazioni del prossimo autunno. Discutiamone tutti insieme, senza preconcetti né tentativi egemonici, utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione per connettere le nostre lotte, dimostrare e dimostrarci che non siamo soli, pochi e sparuti, e organizzarci per essere tanti, uniti e spavaldi.
Noi, studenti e studentesse di LINK, mettiamo a disposizione del movimento le proposte dell’AltraRiforma, la piattaforma aperta Wikisaperi, ciò che abbiamo appreso nelle mobilitazioni dello scorso autunno e di questa primavera.
Mettiamo a disposizione Riot Village, il campeggio studentesco che organizziamo insieme all’Unione degli Studenti a Otranto, dal 25 luglio al 5 agosto. Proponiamo a tutti di organizzare insieme, dal 30 luglio al 2 agosto, alcuni momenti di discussione ed elaborazione sull’università e una grande assemblea degli universitari e dei soggetti in formazione, che coinvolga tutti in maniera paritaria epartecipata, e da cui esca un progetto comune per sconfiggere il governo.
Non possiamo più accontentarci di partecipare, questa battaglia la dobbiamo vincere, o molto probabilmente non ce ne saranno altre. C’è bisogno del contributo di tutti e di uno slancio di generosità di ognuno, per difendere l’università pubblica e per cambiarla dal basso, da luogo dell’immobilismo e delle clientele a motore della trasformazione del paese, in grado di portare l’Italia alla costruzione di una società della conoscenza libera, democratica ed eguale.

Le mobilitazioni di queste settimane ci danno l’opportunità di rimetterci in connessione tra di noi e con l’urgenza di partecipazione che ci anima. Con l’Onda abbiamo riempito i nostri atenei di contenuti, esperienze, voglia di futuro. A due anni di distanza, è arrivato il momento di tornare a solcare il mare, facendo tesoro dei percorsi fatti. Nuove onde verranno, ma dovremo saperle affrontare con mezzi adeguati e consapevolezza maggiore, come dei pirati all’incontrario, che solcano il mare non per fare razzia, ma per fermare chi sta depredando scuole e università, saccheggiando il nostro futuro.