Vogliamo tornare in università!

by / Commenti disabilitati su Vogliamo tornare in università! / 437 View / 24 Agosto 2021

Siamo ormai alle porte del nuovo anno accademico, alle spalle un anno di pandemia e chiusura dell’università, con alcuni atenei che non hanno mai riaperto le loro porte allз studentз, altri lo hanno fatto parzialmente solo negli ultimi mesi. Ci sarebbe sicuramente una riflessione da fare su quanto sia stato pesante e alienante per moltз di noi non poter vivere in presenza questo lungo periodo, qualcuno addirittura non è mai entrato nel proprio ateneo, né conosciuto lз propriз compagnз di corso. Per troppo tempo abbiamo atteso nella speranza che migliorassero le condizioni dell’epidemia, non solo per rientrare nelle nostre aule ma anche per riprenderci la nostra socialità, le nostre vite. Ora però vogliamo tornare in università!

I vaccini come mezzo per tornare in università, ma non solo

La pandemia purtroppo non è ancora finita, e il rientro nelle nostre aule e nei nostri spazi deve tutelare la salute di tuttз, senza esclusioni. Il vaccino deve essere la chiave per uscire da questa pandemia, rappresenta una difesa imprescindibile contro la diffusione del covid, e per questo occorre che vengano impegnate tutte le energie e le risorse possibili per completare la campagna vaccinale, che attualmente vive un rallentamento, sia sulle prime che sulle seconde dosi. Allo stato attuale sul sito del Governo si riscontra che nella fascia di popolazione tra i 20 e i 29 anni, nella quale si colloca la stragrande maggioranza dellз studentз universitariз, il 31% circa delle persone non è vaccinata, il 16% circa ha una dose di vaccino, mentre la quota di popolazione completamente vaccinata è il 53%. Inoltre i vaccini attualmente somministrati risultano essere il 93% circa delle scorte totali consegnate alle regioni, che significa che senza maggiori forniture la campagna vaccinale non può procedere più rapidamente. 

 

Oggi quindi ci sono ancora moltз studentз che non risultano vaccinati, o che con una sola dose di vaccino sono chiaramente più vulnerabili di chi ne ha due, e se la campagna vaccinale procederà ancora a rilento temiamo che per l’inizio delle lezioni, nonché per l’accesso all’università ad esempio durante gli esami di settembre, non tuttз potrebbero essere vaccinatз. C’è chi sostiene che chi non si è ancora vaccinato è perché non voglia farlo, categorizzando la maggior parte dellз studentз quindi come no vax, ma sappiamo bene che non è così: moltз ancora attendono un vaccino perché ad esempio sono fuori sede e la procedura dei vaccini risulta ancora rigidamente legata alla propria residenza sanitaria, per cui si deve tornare nella propria regione di origine, cosa non sempre agevole. Questo è accaduto anche per chi si trovava in vacanza fuori regione in queste settimane, e solo in alcune regioni sono stati aperti gli open day vaccinali per chi non risiedeva in quelle zone. C’è poi chi, pur sapendo l’importanza del vaccino, ha dei timori rispetto agli effetti collaterali della somministrazione, e quindi ha atteso a vaccinarsi o ancora non lo ha fatto.

La responsabilità sul proseguimento della campagna vaccinale non è tuttavia solamente individuale: è necessario un lavoro di reale informazione e sensibilizzazione all’importanza del vaccino da parte di Governo, Ministero e istituzioni universitarie e di reali facilitazioni per l’accesso a tamponi e vaccini, soprattutto con l’obiettivo di permettere a tutti di tornare in università.

Quali soluzioni?

Innanzitutto il solo vaccino non basta: sappiamo infatti che anche tra chi è vaccinato si può diffondere la cosiddetta variante delta virus, con tuttavia effetti e sintomi molto minori rispetto a chi non ha il vaccino. Crediamo che occorra un grande sforzo per la prevenzione e il tracciamento dei contagi, attraverso la messa a disposizione per lз studentз di tamponi gratuiti e facilmente accessibili, che devono costituire anche uno strumento complementare al green pass per accedere all’università: chi non ha ancora il green pass deve potersi fare un tampone gratuitamente e accedere agli spazi universitari. Un discorso specifico va fatto per chi sta nelle residenze universitarie, che deve avere la possibilità di tornare in sicurezza fin da settembre e non vivere nell’incertezza rischiando di non poter rientrare.

Crediamo che l’università debba avere un ruolo importante non solo nel garantire a tuttз di poter accedere in sicurezza agli spazi, ma anche nell’agire verso il territorio in cui si trova. Vogliamo quindi che vengano istituiti degli hub per vaccini e tamponi presso le sedi universitarie, affinché gli atenei abbiamo un ruolo attivo nella lotta contro la diffusione del virus, e al contempo creino le condizioni per non escludere nessunə dall’accesso agli spazi. In generale è necessario flessibilizzare più possibile la somministrazione del vaccino, attraverso open day vaccinali rivolti anche a persone che non hanno la residenza sanitaria nella regione in cui si vaccinano. 

Per tale scopo possono essere coinvolte anche le asl locali, attraverso convenzioni e condivisione di risorse. Inoltre può essere utile che gli stessi atenei promuovano campagne di informazione e sensibilizzazione non solo verso studentз, docenti e personale, ma anche verso tutta la popolazione, proprio in virtù dell’essere luoghi del sapere e della conoscenza. 

E’ infine fondamentale che si realizzi una richiesta che portiamo avanti da anni, ossia quella del medico di base per lз fuori sede: sarebbe una misura di civiltà garantire l’assistenza sanitaria di base anche a chi per studiare deve trasferirsi per diversi anni in un’altra città, senza dover cambiare la residenza.

Vogliamo tornare tutti in università, nessunə esclusə, e vogliamo in piena sicurezza!