Venerdì saremo a Torino alla sesta assemblea nazionale del Coordinamento delle Ricercatrici e dei Ricercatori Non Strutturati, un importante momento di attivazione di una delle componenti più penalizzate dalle recenti riforme dell’istruzione e di confronto tra docenti, precari e studenti.
Questa assemblea è il primo momento di confronto interno al mondo accademico dopo che Giannini e Puglisi hanno svelato le loro carte. Dopo mesi di annunci le intenzioni del Governo e del Partito Democratico sono più chiare e si sono palesate in legge di stabilità: non ci saranno interventi strutturali e soprattutto non ci saranno investimenti sul comparto dell’università.
Da un lato i fondi per il diritto allo studio non vengono incrementati di un euro in legge di stabilità, così come il Fondo di Finanziamento Ordinario, dall’altro le assunzioni promesse dal Governo, con tanto di sparate retoriche sull’ ”alta velocità dell’eccellenza”, sono del tutto insufficienti rispetto all’organico perso in questi anni a causa dei tagli.
Ancora più preoccupante è la prospettiva della “liberalizzazione” della figura del Ricercatore a Tempo Determinato di Tipo A, senza tenure track, norma che di fatto rende la ricerca precaria il canale principale attraverso il quale sostenere le attività degli atenei. Si sono così concretizzate le minacce di Jobs Act dell’Università.
In questo contesto è per noi fondamentale proseguire nel percorso di confronto e costruzione di proposte da parte di chi studia e lavora nelle università, iniziato con l’assemblea nazionale “Fuori dall’emergenza” dell’1 e del 2 ottobre; per questo parteciperemo presentando le nostre idee contenute nella Nuova Università .
I tempi sono maturi per iniziare una fase di mobilitazione condivisa, a partire dalle rivendicazioni rispetto alla legge di stabilità, ma soprattutto promuovendo iniziative di attivazione e dialogo negli atenei, facendo della trasversalità la nostra forza.