È ormai informazione di dominio pubblico il fatto che EDISU abbia scelto di non rinnovare, a partire da aprile, il contratto di affitto per la residenza “Giordano Bruno” che occupa tre palazzine del complesso EX MOI: una struttura da circa 190 posti letto articolati in appartamenti e gestita dalla Fondazione Falciola, braccio operativo della lobby economico-religiosa di Comunione e Liberazione impegnato nella gestione di residenze universitarie in diverse città in convenzione con gli enti per il diritto allo studio; una struttura già obsoleta nonostante sia stata realizzata (in fretta e furia) per le Olimpiadi del 2006; una struttura per cui EDISU ha pagato finora quasi un milione di euro all’anno a fronte di livello di qualità del servizio molto inferiore rispetto a quanto garantito nelle altre residenze, come possono testimoniare gli stessi studenti che solo nell’ultima settimana sono rimasti a lungo senza acqua calda e privi di collegamento internet.
La scelta di non rinnovare questo contratto dipende dal fatto che a fine marzo è finalmente prevista la riapertura della residenza “Verdi 15”, chiusa dal 2011 per lavori di ristrutturazione che solo adesso, dopo anni di ritardi connessi alla mancanza di risorse, stanno giungendo alla conclusione: con la riapertura di questa residenza si renderanno nuovamente disponibili circa 220 posti letto in una struttura di proprietà EDISU situata nel centro della città, dove è maggiore il fabbisogno di alloggi in regime di diritto allo studio. Di fronte a questa situazione EDISU ha scelto di trasferire già a fine marzo / inizio aprile nella residenza “Verdi 15” gli studenti attualmente ospitati al “Giordano Bruno” (molti dei quali già nei mesi scorsi avevano richiesto, senza successo, un posto letto in strutture più vicine alle proprie sedi universitarie): questa scelta, oltre ad andare incontro alle esigenze degli studenti, consente di interrompere da subito uno spreco di denaro pubblico connesso ad un contratto molto oneroso e tutto a vantaggio di un soggetto privato, liberando risorse che potranno essere utilizzate per incrementare l’offerta di posti letto, come noi chiediamo da tempo.
Ora, apprendiamo che in Consiglio Regionale è stata presentata una mozione (n° 598) a firma del consigliere Marrone (esponente di Fratelli d’Italia e noto “capobastone” dei giovani neofascisti torinesi) ed altri firmatari di Lega Nord e Forza Italia nella quale si chiede di “salvare le residenze universitarie dal villaggio olimpico ex MOI”.
È evidente che la principale preoccupazione dei firmatari è la rescissione di un contratto che oggi costituisce un’importante fonte di profitto per un soggetto tradizionalmente legato ai partiti del centrodestra: un soggetto, la Fondazione Falciola, a cui evidentemente questi partiti tengono molto, dal momento che nella mozione chiedono innanzitutto di “disporre un rinnovo della convenzione in scadenza”, al punto che per rafforzare questa richiesta arrivano a scrivere che “la chiusura delle residenze universitarie porterebbe alla certa ed inevitabile (sic!) occupazione di questi edifici, portando ad un raddoppio delle palazzine occupate fino a un potenziale di duemila immigrati occupanti, in aggravamento di una bomba sociale già insostenibile per il quartiere Lingotto”. Come al suo solito, dunque, Marrone non si lascia sfuggire quest’occasione per montare l’ennesima polemica strumentale sul “degrado” dell’area EX MOI e non esita ad impiegare la retorica della “bomba sociale” per mettere un po’ di pepe nel testo della mozione: la strumentalizzazione di questa situazione per fomentare un odio ingiustificato contro gli occupanti delle palazzine deve essere dunque respinta come un atto meschino e vile, a maggior ragione in un periodo nel quale forze xenofobe e razziste come Fratelli d’Italia e Lega Nord sono pronte a sfruttare ogni pretesto per criminalizzare rifugiati e migranti.
Inoltre i firmatari, quando scrivono che la rescissione del contratto sarebbe “in totale contrasto con la strategia di riqualificazione messa in campo dalla Città di Torino”, probabilmente non hanno capito che la convenzione tra il comune ed i due Atenei per la realizzazione di un “centro congiunto di didattica e ricerca” è poco più che una dichiarazione di intenti e che il grande progetto del “Polo Biomedico” è destinato a rimanere sulla carta ancora a lungo: sicuramente passeranno molti anni prima che siano realizzate aule e servizi per gli studenti nelle arcate dell’area EX MOI. Per questo oggi non ha nessun senso mantenere una residenza da 190 posti letto in un’area periferica, distante dalle principali sedi universitarie con forti problemi di collegamento con i mezzi pubblici, tanto più se si tratta di una residenza privata che presenta numerose criticità a livello economico, strutturale e di servizio.
Sicuramente da parte della Regione occorre uno sforzo maggiore per quanto riguarda il servizio abitativo EDISU. Come abbiamo recentemente osservato è indispensabile un incremento delle risorse per il funzionamento dei servizi, che con l’attuale livello di finanziamento nei prossimi anni rischia seriamente di non essere più garantito nella misura attuale. È inoltre indispensabile che EDISU sia posto nelle condizioni di aumentare sensibilmente il numero di posti letto, realizzando nuove strutture pubbliche di residenzialità universitaria, per assicurare il servizio abitativo a tutti gli idonei fuori sede. L’incremento di 30 posti letto ottenuto con la riapertura della “Verdi 15” non può certo essere ritenuto sufficiente. Tuttavia ci teniamo a sottolineare che una politica di estensione del servizio abitativo EDISU non può assolutamente per il rinnovo, al di fuori da ogni logica di evidenza pubblica, di contratti molto onerosi sottoscritti numerosi anni fa, che non farebbe che cristallizzare ingiustificabili rendite di posizione a favore di soggetti privati, peraltro strettamente connessi con una parte dell’establishment politico locale e nazionale.
Alter.POLIS
Si Studenti Indipendenti