Proprio questa mattina abbiamo appreso dai giornali, nonostante non sia presente alcuna comunicazione ufficiale da parte della Sapienza, della misura adottata dal Consiglio D’Amministrazione in materia di tasse. La riforma della tassazione va verso un abbassamento delle tasse e per questo la riteniamo positiva, ma quali studenti e studentesse di LINK da anni portiamo avanti una proposta di riforma della tassazione che avremmo voluto, anche quali rappresentanti in Senato Accademico e nelle facoltà dell’ateneo, sottoporre all’attenzione del solo organo che, secondo la legge, ha il potere di deliberare in materia di tasse: il Consiglio d’Amministrazione.
Pensiamo sia necessario, infatti, che temi tanto rilevanti vengano affrontati non solo nelle commissioni istituite dagli organi di rappresentanza, ma che si svolga un confronto aperto, assembleare, in cui tutte le associazioni, i sindacati, ma soprattutto tutte le studentesse e tutti gli studenti possano confrontarsi su proposte concrete.
Nonostante le tasse universitarie pagate degli studenti dovrebbero essere solo un contributo al mantenimento dell’Università Pubblica, di fronte al continuo taglio dei finanziamenti pubblici e alla carenza di un welfare nazionale studentesco, diventano l’unica fonte di sostentamento per le tante università ridotte in miseria. Le università senza fondi statali si impoveriscono, per sopravvivere aumentano le tasse, e di risposta sempre meno studenti si iscrivono all’università. Come emerge da diversi studi, infatti, le immatricolazioni, dal 2003 al 2014, sono diminuite da 338.482 a 260.000 unità, registrando un calo del 23%. L’Italia, nel 2014, registrava solo il 24% di laureati tra i 30 e i 34 anni, posizionandosi all’ultimo posto nella classifica dei 28 Paesi dell’ Unione Europea..
La riforma del calcolo ISEE, inoltre, ha portato un aumento generalizzato delle tasse, ed ulteriori disagi per gli studenti e le studentesse. Più volte siamo intervenuti nel Senato Accademico di Sapienza per conoscere quale fosse la cifra precisa dell’extragettito guadagnato dall’Ateneo “grazie” all’aumento indiretto delle tasse, ma non ci è stata mai fornita una risposta, e non è stato possibile costruire insieme, come avremmo voluto, una proposta di destinazione di questi fondi.
Ci piacerebbe, infatti, che la Sapienza fosse pronta ad aprirsi ad un confronto anche più ampio rispetto alle sedi per legge destinate a decidere. Nonostante riteniamo positiva la riduzione delle tasse per chi ha un ISEE pari a 30.000 euro, avremmo potuto istituire una NO TAX AREA per chi ha un reddito fino a 28000 ISEE, e avremmo voluto che fosse inserito un tetto massimo delle tasse di 2500euro, anche per chi ha un ISEE superiore a 80mila euro (le tasse, infatti, devono rimanere un contributo agli studi, su cui è lo Stato e non la famiglia o lo studente, che deve investire). Finalmente è stata accolta la nostra proposta di suddivisione della retta universitaria in 3 rate (ottobre 2016, dicembre 2016, marzo 2017), che in tempi tanto difficili per questo Paese, agevola il pagamento delle tasse universitarie e viene incontro alle necessità di studenti e studentesse.
Quest’anno abbiamo lavorato a lungo e con tante difficoltà sul tema della tassazione per gli studenti stranieri, e seppure l’abbassamento della tassa fissa viene incontro alla rivendicazione che la nostra vertenza ha portato in un tavolo di confronto con le amministrazioni, continuiamo a ritenere discriminatoria l’esistenza di una tassa fissa per i soli studenti stranieri e richiediamo che anche questi possano pagare le proprie tasse universitarie proporzionalmente al reddito di appartenenza.
Siamo molto critici, invece, sull’attribuzione di un “bonus” (da 85€ a 300€) utilizzabile come ulteriore sconto sulle tasse universitarie per il 5% degli studenti migliori valutati per ciascun corso di studio e sull’introduzione di una riduzione fissa pari a 300€ per gli studenti immatricolati a partire dell’A.A. 16/17 che abbiano conseguito un voto di maturità superiore o uguale a 95/100 e mantenimento esenzione totale per chi si diploma con 100/10.
In una condizione complessivamente tragica del diritto allo studio a Roma e nella regione Lazio, in cui su 80mila studenti fuori sede solo 2mila sono i posti alloggio messi a bando dall’Ente, e in cui continuano a mancare servizi essenziali, pensiamo che sia necessario destinare risorse all’aumento dei servizi usufruibili da tutti e tutte, anzichè incentivare una finta competizione sul merito universitario. Se non partiamo tutti e tutte dalle stesse condizioni economiche, culturali di accesso alla formazione in senso ampio, che senso ha valutare chi è più bravo e premiarlo con uno sconto sulle tasse? Il contributo versato per la propria carriera accademica non può dipendere dai risultati di quest’ultima. Abbiamo troppe sedi che cadono a pezzi, troppe biblioteche che chiudono alle 16, troppi disservizi per poterci permettere di investire in un’eccellenza di cui non conosciamo neppure i criteri di valutazione.
Pensiamo che il diritto allo Studio e la tassazione universitaria, siano una questione importante, che riguarda tutto il Paese, ecco perchè ci stiamo impegnando nel raccogliere 50mila firme in tutta Italia per presentare una legge di Iniziativa Popolare sul diritto allo studio (http://www.allindirittoallostudio.it/), ed ecco perchè riteniamo necessario che anche l’Italia e le sue università si avviino verso la completa gratuità dell’Istruzione, come rivendichiamo attraverso la campagna DON’T TAX ME NOW (http://www.freeducation.it/). Tante sono infatti le ulteriori proposte che sentiamo l’urgenza di discutere: l’eliminazione della tassazione differenziata in base ai corsi di studio, la completa eliminazione della tassa di laurea e di ogni penalizzazione basata sulla carriera universitaria (in particolar modo per i fuori corso). Chiediamo un costo dei test di ingresso non superiore a 10 euro e la previsione del rimborso di questa spesa da parte di Sapienza nel caso in cui lo studente si immatricoli nello stesso anno. Vogliamo la completa equiparazione della tassazione degli studenti fuoricorso e degli studenti in corso che interrompa una discriminazione senza senso!
Noi continueremo a chiedere alle istituzioni del nostro ateneo una maggiore apertura, uno slancio verso un confronto ampio e una democrazia partecipata, perché non solo migliorerebbe la politica dell’ateneo, ma ci permetterebbe di fare molto, molto di più per tutti gli studenti e tutte le studentesse.
LINK, STUDENTI INDIPENDENTI SAPIENZA.