È un Paese per vecchi. E continuerà ad esserlo fin quando la decisionalità sarà, volontariamente, in mano ai vecchi. Volontariamente perché agli studenti e ai lavoratori fuorisede non è concesso il diritto al voto nel proprio domicilio: si contano 4.9 milioni di persone per l’astensionismo involontario.
Il voto fuori sede non è infatti normato dalla nostra legge elettorale (se fuorisede significa domiciliato in Italia), e questo pone, ad ogni tornata elettorale, di fronte al dover scegliere quale diritto esercitare: lavoro o voto? Studio o voto?
Si tratta di scegliere perché non è detto che si abbiano i mezzi, fisici ed economici, per tornare nella propria residenza e votare: totalmente ignorato l’art.3 comma 2 che sancisce come compito della Repubblica il “rimuovere ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica del Paese”.
Le soluzioni, sempre e comunque palliative, di riduzione dei costi dei trasporti sembrano una chiara volontà di ignorare completamente un problema atavico: tornare alla propria residenza non è economicamente scontato (un giro su Trenitalia cercando un biglietto Bologna Napoli ci può forse aiutare) e non è nemmeno detto che le condizioni lavorative e/o di studio lo permettano. Il 25 settembre è, infatti, per gli studenti universitari, periodo di sessione e di test di ingresso: si deve dunque scegliere tra diritto al voto e diritto all’istruzione?
Le soluzioni di riduzione dei costi dei trasporti, si diceva, non sono nemmeno emergenziali: la questione del voto fuori sede è vecchia quanto la nostra Repubblica, e non sono mancate le proposte per superarla. La mancanza di volontà nell’eliminare le barriere che negano il diritto di voto ai fuorisede, infatti, è un tema che ha riguardato tutte le legislature: solo in questa ultima sono state presentate 5 proposte per il voto fuorisede, non discutibili perché vi è l’assenza di un testo unico.
Con la caduta del governo e le elezioni politiche anticipate, sicuramente la situazione non si è sanata, seppur ci sarebbe stato il tempo per farlo.
Siamo stati definiti “astensionisti involontari”: pensiamo piuttosto che ci sia la volontà chiara da parte delle legislature di rendere astensionista chi non ha i mezzi per esercitare il proprio diritto di voto.
Alimentare la narrazione dei giovani disinteressati alla politica significa nascondere la realtà della deliberata esclusione di una generazione di studentɜ e giovani lavoratorɜ dai processi decisionali. È necessario che la politica inizi a rispondere ai problemi reali del Paese reale e, che lo si voglia o no, anche i giovani sono il Paese reale.
Perché continuare volontariamente a dare un prezzo al diritto al voto? Perché escludere dalla decisionalità chi il Paese lo vivrà ancora per molti anni?
In ultimo, vietare l’espressione di voto nella città in cui si vive è invisibilizzante per chi quella città la abita, la trasforma e le dà linfa sociale, culturale e politica, pur se fuorisede.
Attualmente, l’unico modo per votare nella città in cui si studia o lavora è effettuare un cambio di residenza: questo è altamente escludente e discriminatorio per tuttɜ coloro che, non risultando più studentɜ fuorisede, perderebbero l’accesso a molti benefici per il diritto allo studio senza cambiare la propria condizione economica!
Questa retorica del diritto da acquistare non ci è mai andata bene, non possiamo essere costrett3 a scegliere quale diritto esercitare!
Pertanto, non essendo possibile una riforma della legge elettorale entro il 25 di settembre, chiediamo trasporti gratuiti per student3 fuorisede e la sospensione di tutte le attività didattiche e curriculari il 26 settembre, per consentire il diritto di voto a soggettività che fino ad ora hanno subito le vostre legislature, per tutelare la partecipazione e la democrazia.
In più, non tollereremo un’altra legislatura che ci escluda dalla decisionalità: una legge elettorale che permetta ai fuorisede di votare serve immediatamente!
Ora decidiamo noi!
Testo della nostra raccomandazione inviata al Comitato Univesristario Nazionale che vuole impegnare le università a sospendere le attività didattiche per permettere il votoScarica