Medicina: cambia il test, ma competizione e meritocrazia rimangono

by / Commenti disabilitati su Medicina: cambia il test, ma competizione e meritocrazia rimangono / 171 View / 15 Febbraio 2022

Due giorni fa la Ministra all’Università e Ricerca ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera sulla questione dell’accesso al corso di laurea di Medicina e Chirurgia.

Stando all’articolo, le intenzioni del governo sarebbero come primo e provvisorio intervento la sostituzione delle domande ad argomento cultura generale con domande di “ragionamento logico, numerico, e su discipline umanistiche” (già dal prossimo test);
L’altra grossa novità, come modifica permanente, riguarderebbe -a partire dal concorso 2023- la sostituzione del quiz con un corso valutativo da intraprendere a partire dal quarto anno di superiori che si concluderebbe con un esame Tolc.

La ratio, stando alla ministra, sarebbe orientare l3 student3 ed aumentare la meritocraticità della selezione, peccato che il concetto di merito ministeriale non trovi riscontro nella realtà dei fatti dove i percorsi di accesso ai corsi di medicina sono generalmente fonte di costo per le famiglie e di stress performativo per le studentə che sacrificandosi non è detto riescano a permetterselo.

Nel rilasciare queste dichiarazioni la Messa conferma la completa non curanza del Ministero nei confronti della comunità studentesca e dei suoi bisogni, da cui il mancato coinvolgimento di una qualsivoglia forma di studente nel riformare i test.

Come Link Area Medica, anche a seguito degli ultimi due anni, rileviamo grave e dannosa l’esclusione dellə studentə di Medicina dalla programmazione e organizzazione del corso di laurea, così come dalla possibilità di aggiornare il tipo di formazione che ci viene offerto.

Alcune considerazioni vogliamo esprimere proprio in merito al presunto orientamento che dovrebbe determinare questa riforma: se sicuramente risulterebbe utile proporre strumenti che consentano già durante gli ultimi anni di scuola superiore di farsi un’idea riguardo le proprie prospettive di studio e formazione, d’altra parte chiediamo di poter avere accesso a questa possibilità in maniera meno “vincolante” possibile, senza che diventi un indirizzare o creare ansia da prestazione, anziché orientare veramente. Inoltre la scelta universitaria non si deve tramutare in qualcosa di totalizzante e/o alienante altri interessi legati alla propria inclinazione personale.

Nel corso dell’intervista, la ministra fa riferimento al fatto che l’intenzione del governo sarebbe modellare la selezione sulla base del, citiamo testualmente, “fabbisogno”. Sorge spontaneo domandarsi che tipo di fabbisogno intenda la Ministra, se l’intenzione sia solo quella di coprire i pensionamenti e le altre cessazioni di servizio che avverranno nei prossimi anni che, come da anni denunciamo, riferendosi sempre agli stessi numeri insufficienti, non potrebbe che mantenere il livello del servizio sanitario nazionale al di sotto del necessario. Crediamo invece che il fabbisogno da considerare sia quello reale ed effettivo della popolazione, con un incremento molto più significativo del personale medico e un potenziamento della medicina di prossimità.

Ancora una volta anziché pensare ad una vera espansione del sistema sanitario nazionale, si pensa solo a fare una selezione ancora più competitiva e che mira a fare entrare nel corso solo persone già “eccellenti”. Crediamo sia una distorsione dell’idea di didattica e di orientamento, che certo non deve avere questi scopi, per questo vogliamo che il Governo smetta di ignorare l3 student3 come se non esistessero, e a prendere in considerazione le nostre idee!