Lascia il segno, queste sono state le parole più volte ripetute durante questa campagna elettorale.
Poca affluenza? Sicuramente sì, ma proviamo a capirne le ragioni.
Da anni le elezioni universitarie non vedono grandi dati di affluenza e questo è un dato sul quale ci siamo da sempre interrogati e continueremo a farlo.
Ci teniamo a dire che se l’ateneo aveva espresso la volontà di lavorare per aumentare l’affluenza ha invece agito in maniera contraria.
I seggi presenti nella città di Torino erano 12, ognuno con un numero insufficiente di computer.
12 seggi per circa 70.000 studenti.
Sedi distaccate senza seggi e altre che distavano circa un’ora dal primo seggio utile.
Sarebbe però troppo facile giustificarla in questo modo, senza andare più a fondo.
La crisi della partecipazione che investe la nostra società vede immediate ripercussioni in un luogo come l’università. Perchè? Dopo anni di tagli indiscriminati, di trascuratezza sia degli spazi fisici che della didattica, l’università viene vista sempre di più come un luogo di passaggio, dove fare due esami per poi andarsene. Un luogo in cui si è soli, in competizione con gli altri e mal seguiti dai docenti.
A questo noi abbiamo opposto non solo un programma e degli obiettivi che vanno in tutt’altra direzione, ma abbiamo avviato dei processi di partecipazione e costruzione delle proposte collettivi, all’interno dell’università, provando a far passare il messaggio che non bastano delle elezioni studentesche, ma che è necessario un percorso costante e partecipato da tutti e tutte.
Lo abbiamo già scritto e lo ribadiamo: l’unica soluzione possibile è una risposta collettiva.
Alcune riflessioni sulle elezioni universitarie a Torino
by LINK / Commenti disabilitati su Alcune riflessioni sulle elezioni universitarie a Torino / 197 View / 26 Marzo 2015